Prendersi cura dei giovani in azienda

Pubblicato giovedì 13 febbraio 2020 da Sara Bianchin

L'ingresso nel mondo del lavoro è un momento cruciale per i giovani adulti. Cosa possono fare le aziende per facilitare questo passaggio?

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Prendersi cura dei giovani in azienda
Prendersi cura dei giovani in azienda

Durante tutto l’arco della nostra vita siamo costantemente coinvolti in “transiti” che condizionano il nostro futuro, sparigliando le carte in tavola, costringendoci a prendere decisioni, a fare delle scelte. Uno di questi passaggi, forse il più importante tra i giovani, è quello che intercorre tra la fine della scuola e l’ingresso nel mondo del lavoro.

Questo improvviso allargamento di orizzonte, infatti, coglie gran parte di loro impreparati in quanto rappresenta una vera e propria immersione nella realtà effettuale, assai più complessa e ricca di insidie rispetto alle aule del liceo o quelle universitarie, in cui l’ambiente è volutamente protetto e circoscritto, i problemi meno complessi e con poche variabili in gioco.

In questi luoghi, dove anche le tematiche più pragmatiche vengono spesso affrontate con un approccio volto a fornire soltanto saldi riferimenti teorici, il giovane-adulto corre il rischio di perdere di vista tutto ciò che rimane, confondendo quel micro-cosmo con il mondo reale.

Il pericolo è davvero dietro l’angolo, più di quanto si possa pensare: lo scollamento tra scuola, mondo del lavoro e giovani potrebbe diventare vicendevolmente deleterio se non si attuano fin da subito strategie efficaci per ridurre questo gap.

L’azienda che assume un giovane, allora, che cosa può fare?

Anche in questo caso non esiste una risposta semplice e pronta all’uso. Una soluzione, però, esiste ed è quella di conoscere a fondo il neo assunto, ascoltarlo davvero per comprendere i suoi interessi, i suoi punti di forza e ciò che può dare all’azienda.

Il secondo passaggio è quello di aiutarlo ad integrare le sue conoscenze teoriche con il mondo che c’è “là fuori” per favorirne la sua comprensione e rendere  cosciente il ragazzo del fatto che lui, di quel mondo, ne è già una piccola parte.

Per fornire questa consapevolezza è necessario mettere al centro la persona per valorizzare al meglio le sue competenze attraverso un affiancamento costante e duraturo nel tempo: in questo modo garantiremo un appoggio sicuro, un sostegno sul quale potersi appoggiare quando arriveranno i primi –duri- colpi, quando scoprirà che la realtà porta con sé molte più variabili di quanto preventivato in partenza.

Trovare del tempo per queste pratiche è un investimento importante per il futuro non solo del giovane ma anche e soprattutto per l’azienda che lo assume.

Questo ingresso forzato ed improvviso rappresenta un innalzamento del livello di sfida non indifferente per un giovane con poca esperienza, al quale viene chiesto un rapido miglioramento delle proprie abilità.

L’azienda, dunque, deve essere in grado di prendersi cura del neo assunto, non facendolo sentire mai solo in questo periodo così delicato in cui gli equilibri necessariamente si dissestano; il luogo di lavoro deve essere un spazio in cui esistono relazioni autentiche e basate sul dialogo, in cui i dipendenti si confrontano in maniera aperta e senza pregiudizi.

Un giovane, se inserito in un contesto simile, non può far altro che crescere, maturare ed abbracciare la vita consapevole di averla ancora tutta davanti, con gli occhi e l’entusiasmo di chi guarda sempre oltre, verso la strada che deve ancora percorrere.

"Quando qualcuno ti ascolta davvero senza giudicarti, senza cercare di prendersi la responsabilità per te, senza cercare di plasmarti, ti senti tremendamente bene. Quando sei stato ascoltato ed udito, sei in grado di percepire il tuo mondo in modo nuovo ed andare avanti. E’ sorprendente il modo in cui problemi che sembravano insolubili diventano risolvibili quando qualcuno ti ascolta." - Carl Rogers

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