Che tempo è questo?

Pubblicato sabato 14 marzo 2020 da Sara Bianchin

Un tempo (anche) per leggere: riflessioni al tempo del coronavirus.

Selezione del Personale - Parma
Che tempo è questo?
Che tempo è questo?
Cari amici di Selezione Ora,
in questo momento di forzato cambiamento delle nostre abitudini il mio pensiero va anche a voi.
Il nostro ufficio è chiuso e noi restiamo a casa, ma non restiamo fermi: ci siamo attrezzati per continuare il nostro lavoro dalle nostre abitazioni, quindi, non esitate a contattarci o a inviarci i vostri curricula. Recentemente abbiamo creato un nuovo sito web e vi invitiamo a consultarlo per rimanere aggiornati sulle nostre attività e le nostre selezioni in corso che attualmente sono tante, variegate e attive: stiamo ancora cercando candidati e ogni giorno facciamo colloqui via Skype.
Inoltre, sebbene le attività di formazione siano sospese fino a data da destinarsi, vi invito a dare un’occhiata ai nostri eventi in programma. Modificheremo il calendario ma non sprecheremo queste bellissime iniziative, anzi…chissà che questo mese lento non accenda nuove idee e progetti!
 
Il libro biblico del Qoelet recita: “C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace”.
 
Guardo a queste settimane di sospensione come a un tempo per arretrare con prudenza, ma anche per ricaricarsi e prepararsi a prendere nuovamente in mano la propria vita.
 
Spesso, 24 ore sono sufficienti per andare a lavoro, portare i figli a scuola, a calcio o a lezioni di chitarra, occuparsi della spesa e della casa, sopperire alle improrogabili esigenze personali e familiari, per poi arrivare a sera intontiti e con le pile scariche. Tutto questo affannarsi, che a volte è anche soddisfacente e adrenalinico, non lascia però il tempo per riflettere su chi siamo, cosa siamo diventati e cosa facciamo quotidianamente. 
Sarò ripetitivo, ma vorrei che tutti noi cogliessimo da questo grande disagio un’opportunità e sembra proprio che, tra una diretta televisiva e una breaking news, sia proprio il Coronavirus a invitarci a fermarci e a riappropriarci del tempo di pensare.
 
Nella nostra saletta counselling capita spesso di ricevere persone che lamentano un senso di insoddisfazione cronica o apparentemente immotivata e che reclamano la necessità di un cambiamento urgente e imminente. Tuttavia, prima di cambiare taglio di capelli, marito o lavoro, è necessario riconoscere che l’insoddisfazione nasce soprattutto da un’assenza troppo prolungata dalla propria vita. 
A volte si fa l’errore di credere che siano necessari molti sacrifici ed estenuanti ricerche per arrivare a ricordarci chi siamo davvero e riscoprire l’entusiasmo. Non è così. Non dobbiamo ricordarci ma ritrovarci: siamo già individui interi e completi; quello che ci manca, spesso, è una visione ampia e completa del nostro orizzonte e la capacità di restare presenti sul momento, entrando a contatto con i nostri desideri e stati d’animo.
 
Desideriamo fermare il tempo, bloccare eventi e situazioni per analizzarle meglio e adesso abbiamo la nostra opportunità di farlo.
La quarantena ci costringe a ripensare al nostro modo di vivere, di stare insieme e ci impone di scegliere ciò che per noi è davvero essenziale. Essere circondati tutto il giorno da un ambiente ristretto e avere un’agenda ridotta al minimo ci permette di apprezzare le piccole cose che normalmente passano inosservate e riconoscere, invece, come superflue quelle che non vogliamo davvero.
Possiamo guardare alla nostra dispensa e chiederci cosa ci piace, cosa ci fa bene e cosa sarebbe meglio evitare di comprare. Possiamo chiederci se sentiamo la necessità di uscire, per fare cosa o per vedere chi. Possiamo guardare alle nostre giornate, al nostro lavoro, alle attività che occupano il nostro tempo libero e chiederci se ci danno reale felicità o se sentiamo la necessità di cambiare.
Anni fa è nato il “Bussola: orientarsi nelle scelte future” ed è diventato la madre di tutte le battaglie e di tutti gli eventi formativi di Selezione Ora. Ci siamo accorti che le persone cercano soluzioni a delle esigenze concrete: eliminare l’insoddisfazione, ritrovare l’orientamento nella vita e riposizionare l’ago sul quadrante. Da allora, aiutiamo i nostri clienti a fare chiarezza sulla propria realtà presente e a mobilitare scelte per il futuro. Tuttavia, questo progetto ha una premessa: non possiamo assolutamente pendere l’iniziativa al posto di altri né accelerare il processo del cambiamento. Dobbiamo dare a noi stessi e agli altri il tempo necessario per elaborare una riflessione e una consapevolezza.
 
Una considerazione maturata in queste settimane è quella di imparare a darci il tempo che ci serve: il tempo per pensare, il tempo per studiare, il tempo per leggere, il tempo per riposare, il tempo per ricercare, abbandonando l’istinto di bruciare le tappe. Ogni persona ha dentro di se un’energia e un potenziale inesplorato che ha solo bisogno di essere riconosciuto, capito e valorizzato.
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